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Disabilità. Condannato il Comune di Pomezia.

Valore Civico: Ecco cosa ci insegna questa vicenda.

È di pochi giorni fa la storica ordinanza con la quale il Tribunale di Roma ha condannato il Comune di Pomezia per condotte discriminatorie nei confronti delle persone con disabilità, dando così ragione al ricorso presentato nel 2020 dall'associazione Luca Coscioni.

Alla base della condanna, la colpevole omissione da parte dell'ente locale dell’adozione del Piano di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (P.E.B.A.) previsto della legge finanziaria del 1986 e della legge n. 104 del 1992, con la conseguente mancata rimozione di importanti barriere architettoniche, tuttora presenti sul territorio comunale ed analiticamente elencate in una relazione tecnica redatta dall’Arch. Paolo Moscogiuri e fornita dall'associazione.

La condotta discriminatoria. A poco è valsa la difesa del Comune di Pomezia che ha evidenziato l'avvenuta approvazione del P.E.B.A. proprio durante le fasi del procedimento giudiziario, ovvero nel maggio 2022. Il giudice ha, infatti, statuito che "la mancata adozione ed approvazione del PEBA sino al mese di maggio del 2022 ha certamente rappresentato condotta discriminatoria da parte del comune resistente, considerato che, pur essendo state programmate ed attuate altre tipologie di intervento menzionate nella costituzione (come da documentazione all’epoca allegata), la condotta omissiva in questione ha comportato la mancata rimozione delle barriere architettoniche nei luoghi e negli spazi pubblici del territorio comunale, attività che costituisce la fase finale rispetto alla ricognizione delle barriere e alla programmazione degli interventi; è chiaro infatti che una tardiva ricognizione e programmazione ha comportato inevitabilmente un ritardo nella rimozione e che tale ritardo incide sui diritti dei disabili, con realizzazione di una condotta, anche se apparentemente neutra da parte dell’amministrazione, in concreto svantaggiosa e discriminatoria per gli stessi".

Le conseguenze. L'ente locale è stato condannato non solo a rifondere migliaia di euro in spese di giudizio, ma anche a cessare il comportamento discriminatorio, previa adozione entro il 30 giugno 2023, sentita l’associazione ricorrente, di un piano di rimozione delle barriere architettoniche con l’eliminazione delle stesse entro il 31 dicembre 2023.

Si tratta di una condanna foriera di notevoli spunti sui quali è bene riflettere.

L'analisi di Giacomo Castro, coordinatore della lista politica Valore Civico

Questa l'analisi di Giacomo Castro, coordinatore della lista politica Valore Civico per Pomezia:

“1) Prima amara considerazione, le promesse disattese. Ancora una volta, come è oramai prassi, un'associazione di Pomezia deve rivolgersi ai giudici per poter essere ascoltata. A nulla, infatti, era valsa la promessa sottoscritta dall'allora candidato sindaco Adriano Zuccalà, durante la campagna elettorale del 2018, circa l'imminente redazione del Piano di eliminazione delle barriere architettoniche entro pochi mesi dall'insediamento dell’ultima Giunta comunale a guida Movimento 5 stelle e nemmeno le promesse contenute nel programma elettorale dell'allora Sindaco Fabio Fucci, eletto con il M5S nel 2013.

2) Una chiusura dell'amministrazione sempre più netta. Di pari tenore le valutazioni circa il mancato ascolto dei cittadini e delle associazioni ad opera delle ultime amministrazioni comunali di Pomezia, che sempre più spesso ha nei tribunali l'unico epilogo possibile. La funzione della politica, invece, sarebbe proprio quella di portare avanti un sano e costruttivo confronto con tutti i cittadini e le associazioni. A Pomezia, invece, sembra sia prioritario assecondare le scelte, anche sbagliate, dell'amministrazione.

3) Terza considerazione. Il Comune di Pomezia non esita a difendere l'indifendibile, anteponendo costantemente giustificazioni (ristrettezze finanziarie, altre episodiche azioni in assenza di un'adeguata programmazione) che, al contrario - ed è veramente inqualificabile - confermano, in questo caso, una cinica e consapevole esclusione dei cittadini con disabilità e conseguentemente un trattamento sfavorevole nei loro confronti.

4) Il risultato. La magistratura deve sostituirsi alla politica ordinando l'attuazione di azioni che invece dovrebbero essere pacificamente concordate e pianificate, nel caso di specie, con un danno a carico dell'ente di oltre 7 mila euro (fra rifusione delle spese di giudizio all'associazione ricorrente più l'onorario dell'avvocato che ha rappresentato il Comune). Condanna che induce dubbi anche sull'operato dei dirigenti e dei funzionari comunali.

Non è questa l'azione alla quale sono chiamate la politica e l'amministrazione di un Comune. Non è questo lo spirito di servizio che qualunque cittadino si aspetta da amministratori capaci.

Il sano confronto e l'apertura al dialogo, con la predisposizione a correggere autonomamente la propria azione in nome di un supremo interesse collettivo, sono caratteristiche fondamentali della Politica (si noti la P maiuscola) capace e dotata di una seria visione del futuro della nostra città di Pomezia.

Questi insegnamenti dovranno valere per chi in futuro si assumerà l'onere della guida della nostra Città”.

Il team di Valore Civico

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